Bullismo da parte degli Insegnanti: Una Realtà Trascurata

Quando l’insegnante diventa un “Bullo”

In nessun altro ambito educativo come quello scolastico ci si aspetterebbe che il rispetto e la tutela della dignità individuale fossero garantiti in maniera assoluta. Tuttavia, la realtà della scuola italiana contemporanea ci pone di fronte a una problematica tanto complessa quanto dolorosa: il bullismo da parte degli insegnanti. Un fenomeno sottile, spesso invisibile, ma che colpisce profondamente chi lo subisce, lasciando segni che possono durare tutta la vita.

Per lungo tempo il “potere” degli insegnanti è stato inteso come una componente naturale e inevitabile della dinamica educativa. Ma in un contesto in cui si dovrebbe discutere sempre più di “autonomia di pensiero” e di educazione alla cittadinanza attiva, non possiamo ignorare il fatto che esiste una forma di autorità che sfocia, talvolta, in veri e propri abusi di potere. Quali sono le dinamiche che portano un educatore, la cui missione dovrebbe essere quella di guidare e formare, a diventare l’aggressore? È lecito parlare di un sistema educativo che, nonostante i suoi sforzi per promuovere il benessere degli studenti, permette ancora comportamenti prevaricatori da parte di coloro che dovrebbero essere garanti di equità e giustizia?

Insegnante Bullizzante

Se negli ultimi decenni il bullismo tra pari ha ricevuto crescente attenzione da parte dei media e delle istituzioni, il bullismo “dall’alto”, quello perpetrato dagli insegnanti, continua ad essere spesso ignorato o minimizzato. Si tratta di un fenomeno che si manifesta attraverso atti apparentemente meno eclatanti, ma non per questo meno devastanti: umiliazioni pubbliche, insulti velati o palesi, svalutazione continua delle capacità degli studenti. Ma è davvero solo una questione di “autoritarismo” o siamo di fronte a un problema più ampio, che coinvolge la fragilità di un sistema educativo che non sempre è in grado di supportare gli stessi insegnanti nel loro percorso formativo e professionale?

L’evoluzione della figura dell’insegnante negli ultimi decenni ha comportato, oltre alla responsabilità educativa, un crescente carico emotivo e psicologico. Ma fino a che punto è corretto giustificare certi comportamenti in nome dello stress lavorativo o del “contesto difficile”? E fino a che punto il sistema scolastico è capace di prevenire e contrastare queste forme di violenza, assicurando agli studenti un ambiente di apprendimento sano e rispettoso?

I casi più gravi di bullismo da parte degli insegnanti spesso emergono solo quando la situazione è diventata insostenibile: studenti che arrivano a denunciare, famiglie che si mobilitano, oppure, in casi estremi, interventi da parte delle autorità scolastiche o giudiziarie. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, queste dinamiche rimangono sommerse, silenziose, complici della paura degli studenti di essere ulteriormente penalizzati o non creduti. In questo contesto, la domanda che emerge è inevitabile: i sistemi di tutela degli studenti sono davvero efficaci? O assistiamo a una sostanziale inerzia da parte delle istituzioni, che preferiscono non affrontare apertamente il problema per evitare scandali o complicazioni legali?

Un altro aspetto cruciale è il ruolo della formazione iniziale e continua degli insegnanti. In che misura la formazione pedagogica attuale prepara i docenti non solo a trasmettere conoscenze, ma anche a gestire in maniera adeguata la relazione educativa con gli studenti? Non è forse necessario ripensare i percorsi formativi per includere un’educazione emotiva e relazionale più strutturata, che prevenga il rischio di degenerazioni autoritarie o, peggio, di veri e propri abusi di potere? La cosiddetta “autonomia” che si vorrebbe attribuire agli insegnanti, quanto si traduce in una reale capacità di esercitare un ruolo educativo rispettoso, o quanto diventa invece una licenza per comportamenti prevaricatori?

Se restringiamo il campo alle dinamiche scolastiche quotidiane, vediamo che spesso il bullismo da parte degli insegnanti si alimenta in contesti dove lo studente viene percepito come “debole”, “disadattato” o, al contrario, “sfidante”. Ma questo non è altro che un riflesso delle stesse logiche competitive e divisive che permeano la società. È lecito chiedersi se, in un sistema scolastico che pone sempre più enfasi sulla performance e sulla valutazione standardizzata, il “potere” dell’insegnante non rischi di trasformarsi in una forma di controllo oppressivo piuttosto che in una guida educativa.

In conclusione, la scuola italiana del 2024 deve affrontare la delicata questione del bullismo da parte degli insegnanti, un fenomeno che compromette non solo la salute mentale e il benessere degli studenti, ma anche l’integrità del sistema educativo nel suo complesso. È fondamentale che la comunità educativa si impegni a costruire un ambiente di apprendimento basato sul rispetto reciproco e sull’ascolto, dove la figura dell’insegnante non sia percepita come un’autorità oppressiva, ma come un mentore capace di ispirare e guidare.

La chiave per una reale trasformazione risiede nella formazione e nella sensibilizzazione: è necessario investire nella preparazione degli insegnanti affinché possano riconoscere e contrastare forme di bullismo, promuovendo un clima di fiducia e collaborazione. Le istituzioni scolastiche devono diventare spazi sicuri in cui gli studenti possano esprimere le proprie difficoltà senza timore di ripercussioni.

Inoltre, è essenziale avviare un dialogo aperto tra studenti, genitori e insegnanti per affrontare le problematiche legate al bullismo e per sviluppare politiche di intervento efficaci. Solo così potremo sperare di costruire una scuola più giusta, equa e inclusiva, in cui il rispetto della dignità di ogni individuo diventi non solo un obiettivo, ma una realtà quotidiana.

La vera sfida non è solo quella di fermare il bullismo da parte degli insegnanti, ma di promuovere una cultura educativa che valorizzi l’umanità di ciascuno, che permetta a ogni studente di sentirsi accolto, rispettato e supportato nel proprio percorso di crescita.

Perché gli insegnanti-bulli si approfittano dei più deboli?

In nessun altro contesto educativo si dovrebbe assistere a un uso distorto del potere come quello che talvolta emerge nella relazione tra insegnanti e studenti. Il bullismo da parte degli insegnanti, in particolare nei confronti di studenti considerati “deboli”, “disadattati” o “sfidanti”, affonda le sue radici in dinamiche complesse e interconnesse.

1. Dinamiche di Potere

È evidente che il rapporto di autorità insito nella figura dell’insegnante può sfociare in un abuso di potere. La proiezione delle proprie insicurezze su studenti vulnerabili diventa un meccanismo di difesa, in cui l’insegnante cerca di affermare la propria posizione, dimenticando la missione educativa che dovrebbe guidarlo.

2. Pressioni Esterne

Le elevate aspettative, sia da parte del sistema scolastico che della società, contribuiscono a creare un ambiente di stress. L’ansia di dover raggiungere risultati tangibili può indurre alcuni educatori a scaricare frustrazioni su chi appare in difficoltà, aggravando così una già precaria condizione di apprendimento.

3. Formazione Inadeguata

La formazione degli insegnanti, spesso limitata nella dimensione emotiva e relazionale, non prepara adeguatamente a gestire la diversità. In assenza di strumenti adeguati per affrontare le difficoltà degli studenti, il rischio è di cadere in un pregiudizio che svaluta l’unicità di ciascuno.

4. Fattori Socioculturali

Le norme culturali che circondano l’educazione possono giocare un ruolo fondamentale. In contesti dove la disciplina è vista come una forma di controllo autoritario, il bullismo può essere percepito come un comportamento accettabile, alimentando un ciclo di violenza sistemica.

5. Sottovalutazione del Problema

La tendenza a minimizzare o ignorare il bullismo da parte degli insegnanti alimenta una cultura di silenzio e rassegnazione. Gli studenti, timorosi di ritorsioni, si trovano spesso costretti a subire, senza che ci sia un intervento efficace da parte delle istituzioni.

6. Fattori Personali dell’Insegnante

Le sfide personali e professionali degli insegnanti possono influenzare profondamente il loro comportamento in classe. Un’inadeguata gestione dello stress può trasformarsi in aggressività, creando un ambiente ostile per gli studenti.

7. Relazioni con gli Studenti

Infine, le dinamiche relazionali all’interno della classe possono contribuire al bullismo. L’insegnante potrebbe rispondere con severità a comportamenti considerati sfidanti, ignorando che dietro a tali reazioni si celano spesso vulnerabilità e bisogni di supporto.

8. Problematiche di tipo psichiatrico degli insegnanti

Non si può trascurare l’importanza delle condizioni psichiche degli insegnanti nel contesto della relazione educativa. Le difficoltà emotive e psicologiche che molti educatori affrontano possono influenzare profondamente il loro approccio all’insegnamento e alle interazioni con gli studenti. L’ansia, la depressione e il burnout sono condizioni sempre più diffuse, spesso amplificate da un sistema scolastico che, per sua natura, richiede un impegno emotivo e intellettuale costante.

La pressione di dover performare, unita a un ambiente lavorativo talvolta non supportivo, può portare a una spirale di stress e disagio. Insegnanti che lottano con il proprio benessere mentale possono trovare difficile mantenere relazioni positive e costruttive in classe, rischiando di reagire in modi inappropriati nei confronti degli studenti. Questo non giustifica il bullismo, ma invita a riflettere su come un adeguato supporto psico-emotivo per gli insegnanti possa contribuire a un clima scolastico più sano.

È fondamentale che le istituzioni scolastiche riconoscano e affrontino queste problematiche, implementando programmi di formazione che non solo sviluppino competenze pedagogiche, ma che includano anche il supporto per la salute mentale degli insegnanti. La promozione del benessere psichico degli insegnanti non è solo una questione di cura individuale, ma rappresenta un investimento nella qualità dell’educazione. Solo un insegnante in salute mentale può sperare di formare e ispirare gli studenti, creando un ambiente dove il rispetto e la dignità siano i pilastri fondamentali del processo educativo.

In conclusione, affrontare il bullismo da parte degli insegnanti richiede un’analisi profonda di queste cause. Solo attraverso una formazione continua, un monitoraggio attento delle relazioni educative e un dialogo aperto tra tutte le parti coinvolte si potrà sperare di costruire un ambiente scolastico realmente inclusivo e rispettoso, dove ogni studente possa sentirsi valorizzato e supportato nel proprio percorso di crescita.

Davide Suraci – 28 Settembre 2024