Quando l’insegnante diventa un “Bullo”
In nessun altro ambito educativo come quello scolastico ci si aspetterebbe che il rispetto e la tutela della dignità individuale fossero garantiti in maniera assoluta. Tuttavia, la realtà della scuola italiana contemporanea ci pone di fronte a una problematica tanto complessa quanto dolorosa: il bullismo da parte degli insegnanti. Un fenomeno sottile, spesso invisibile, che colpisce profondamente chi lo subisce, lasciando segni che possono durare tutta la vita.
Per lungo tempo il “potere” degli insegnanti è stato inteso come una componente naturale della dinamica educativa. Ma oggi, in un contesto che dovrebbe promuovere autonomia di pensiero e cittadinanza attiva, non possiamo ignorare che l’autorità può degenerare in abuso. Quali sono le dinamiche che portano un educatore a trasformarsi in aggressore? E quanto il sistema educativo, pur proclamando di tutelare gli studenti, tollera ancora comportamenti prevaricatori?

Un fenomeno nascosto ma devastante
Se il bullismo tra pari ha ricevuto crescente attenzione, quello “dall’alto”, perpetrato dagli insegnanti, continua a essere minimizzato. Spesso si manifesta con atti meno eclatanti, ma ugualmente devastanti: umiliazioni pubbliche, svalutazioni costanti, insulti velati.
In certi casi, il fenomeno assume forme ancora più gravi: si formano cricche di insegnanti coalizzati contro studenti percepiti come “deboli” o “problematici” e contro le loro famiglie. Tali gruppi arrivano talvolta a segnalare ai servizi sociali presunte irregolarità familiari non corrispondenti alla realtà, esercitando così un potere sproporzionato e intimidatorio.
A ciò si aggiunge la pratica, del tutto scorretta, degli “interrogatori” scolastici non autorizzati dai genitori, spesso finalizzati a far ammettere al minore colpe che non ha e a produrre atti privi di contraddittorio. Una simile dinamica non solo mina i diritti fondamentali dello studente e della sua famiglia, ma genera anche traumi psicologici profondi, poiché il minore viene indotto a percepirsi come “colpevole” in un procedimento di fatto privo di garanzie.
Dinamiche sommerse e mancanza di tutela
I casi più gravi emergono solo quando diventano insostenibili: denunce, interventi delle famiglie, azioni giudiziarie. Ma la maggior parte delle situazioni rimane nascosta, complice la paura degli studenti di non essere creduti e la difficoltà delle famiglie a opporsi a un sistema che spesso si presenta compatto e autoreferenziale.
Per questo motivo è fondamentale che i genitori che sospettano qualsiasi atto di bullismo si tutelino sempre per iscritto, comunicando esclusivamente tramite PEC o raccomandata A/R sia con il dirigente scolastico che con i servizi sociali. Solo così è possibile lasciare traccia ufficiale delle proprie segnalazioni e impedire che le contestazioni vengano ignorate o svalutate.
Perché gli insegnanti-bulli si approfittano dei più deboli?
Il bullismo da parte degli insegnanti, singoli o coalizzati, affonda le sue radici in diversi fattori:
- Dinamiche di potere – L’autorità scolastica può degenerare in abuso.
- Pressioni esterne – Aspettative eccessive spingono alcuni docenti a scaricare frustrazioni sugli studenti.
- Formazione inadeguata – Mancanza di strumenti relazionali ed emotivi.
- Fattori socioculturali – La disciplina intesa come controllo autoritario legittima pratiche oppressive.
- Sottovalutazione del problema – Minimizzare alimenta silenzi e complicità.
- Fattori personali – Stress e fragilità emotive degenerano in aggressività.
- Coalizioni di insegnanti – Le “cricche” rafforzano e legittimano condotte prevaricatorie, arrivando a colpire famiglie con segnalazioni infondate e “interrogatori” scolastici abusivi.
- Problematiche psichiche – Ansia, depressione e burnout compromettono la capacità di relazione educativa.
La formazione come chiave di cambiamento
Un nodo cruciale resta la formazione degli insegnanti. Non basta trasmettere conoscenze: servono competenze emotive e relazionali, strumenti per gestire la diversità e un supporto psico-emotivo costante per i docenti stessi. Solo educatori in equilibrio possono creare ambienti positivi e rispettosi, prevenendo derive autoritarie e abusi di gruppo. Non trascurare assolutamente le situazioni in essere legate anche al comportamento di un solo insegnante.
Verso una scuola giusta ed inclusiva
La scuola italiana del 2024 deve affrontare con decisione la questione del bullismo da parte degli insegnanti, singoli o coalizzati, che compromette il benessere degli studenti e mina la fiducia delle famiglie.
- Formazione e sensibilizzazione: preparare i docenti alla gestione sana delle relazioni.
- Trasparenza e garanzie: vietare pratiche abusive come gli “interrogatori” scolastici senza consenso genitoriale.
- Tutela formale delle famiglie: i genitori devono comunicare solo tramite PEC o raccomandata A/R con scuola e servizi sociali, per assicurarsi che le proprie osservazioni restino agli atti.
- Dialogo aperto: collaborazione autentica tra studenti, genitori e insegnanti, senza zone d’ombra.
Conclusione
La sfida non è solo fermare il bullismo degli insegnanti, ma impedire che diventi un fenomeno sistemico, sostenuto da alleanze interne e da un uso distorto del potere.
Serve una cultura educativa fondata sul rispetto dei diritti e sulla trasparenza, in cui né studenti né famiglie vengano intimiditi da pratiche abusive come segnalazioni arbitrarie o “interrogatori” scolastici senza contraddittorio.
Solo così la scuola potrà tornare a essere un luogo di crescita, inclusione e fiducia reciproca.
Checklist operativa per i genitori
🔎 1. Osservare e raccogliere prove
- Annotare episodi specifici (date, orari, contesto, frasi dette o atteggiamenti subiti).
- Conservare eventuali messaggi, comunicazioni scritte, registrazioni di chat scolastiche (es. registro elettronico, e-mail).
- Se il minore racconta episodi, scriverli immediatamente in forma di verbale personale, senza modificarne il contenuto.
🧾 2. Tutelarsi sempre per iscritto
- Mai comunicazioni solo orali: evitare colloqui informali non documentati.
- Scrivere sempre via PEC o raccomandata A/R al dirigente scolastico per segnalare i fatti.
- In caso di sospetta segnalazione ai servizi sociali o di pratiche scorrette, inviare PEC o raccomandata A/R anche ai servizi sociali competenti, per chiarire la propria posizione e chiedere trasparenza.
- Richiedere sempre protocollazione delle proprie comunicazioni.
🛡 3. Vigilare sugli atti scolastici
- Chiedere copia integrale di eventuali verbali, relazioni, segnalazioni redatte sul minore.
- Se il figlio è stato sottoposto a “interrogatori” scolastici non autorizzati, contestare formalmente l’abuso e richiedere annullamento o revisione degli atti redatti senza contraddittorio.
- Domandare per iscritto quali motivazioni abbiano giustificato tali pratiche.
👥 4. Coinvolgere testimoni e alleati
- Se possibile, chiedere ad altri genitori di riferire episodi osservati.
- Valutare l’appoggio di rappresentanti di classe o di comitati genitori.
- Rivolgersi a un’associazione a tutela dei diritti degli studenti e delle famiglie per supporto legale e mediatico.
⚖ 5. Ricorrere ad autorità superiori in caso di inerzia
- Se la scuola non interviene, inviare segnalazione all’Ufficio Scolastico Regionale (USR).
- In caso di abusi gravi o ripetuti, presentare esposto formale a:
- Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni
- o Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza.
Davide Suraci – 21 Settembre 2025